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Un nuovo stagista da incontrare

Lunedì 12

La mattina appena mi sono svegliata ho preso un lungo respiro e mi sono incoraggiata per questa nuova esperienza. Devo ammettere che mi sentivo abbastanza agitata. Non sapevo ancora chi avrei conosciuto, i compiti che avrei svolto, come sarebbe stato l’ambiente in cui avrei “lavorato” in questi giorni. Sarei andata in un posto nuovo con nuove persone, e ogni nuova esperienza come questa la considero come una nuova avventura, per crescere, imparare e migliorare. Arrivata alla Casa ho conosciuto Alex, persona molto socievole e disponibile per qualsiasi cosa. Lui si occupa un po’ di tutto con Karl, un suo collega. Insieme formano un duo pieno di energia e allegria ma anche di serietà e correttezza nei confronti del loro mestiere. Sono sempre in movimento, ogni momento di ogni giornata a svolgere un compito diverso. Irrefrenabilmente si occupano di tutti i singoli particolari e della gestione delle Casa. Entrambi mi hanno presentato gli altri colleghi e gli altri membri delle associazioni che hanno sede lì. Tutti molto allegri e solari. In che modo iniziare bene una giornata se non con un sorriso?!

Alex ha liberato una scrivania in modo che potessi averla per me. L’ho trovato un gesto molto gentile e cordiale da parte sua, un gesto che ho apprezzato molto. In molti stage gli studenti vengono in un certo senso “sfruttati”, in questo invece si viene posti al loro stesso livello. Infatti mi è stata spesso chiesta la mia opinione, di intervenire durante i colloqui, di partecipare alle riunioni. Insomma cose che personalmente reputo non da poco. Questa stessa mattinata ho conosciuto alcuni degli ospiti della Casa. Che dire, ognuno particolare a modo suo, ma tutti, o perlomeno la maggior parte, sono stati calorosi con me. Ognuno di loro ha la sua storia, e quelle che mi sono state raccontate mi hanno colpito molto. Sono storie che ti fanno capire quante sfaccettature abbia la vita, quanta sofferenza, ma al contempo anche quanto amore e speranza in essa ci sia. Ti fanno capire che avvolte il nostro percorso è duro, ma che noi lo siamo di più. Queste persone hanno perso tutto e ora grazie all’aiuto che gli viene offerto, giorno per giorno si stanno rialzando. Anche se hanno poco, paragonato a tutto quello che ho la fortuna di avere io, quel poco ha però il suo valore e lì rende contenti di ciò che possiedono. Nella pausa a pranzo ho parlato un po’ con E., chiamato da tutti come “il grande-vecchio capo”, forse per la sua età. Mi ha parlato un po’ di se e dei bei momenti che ha trascorso qui alla Casa. Suona la fisarmonica e mi ha detto che mi farà ascoltare qualcosa.

È stata una giornata interessante, che sicuramente mi ha lasciato molto contenta e soddisfatta della scelta che ho fatto.

Martedì 13

Arrivata in ufficio ho subito visto Miriam. Oggi ho conosciuto anche lei. Molto carina e gentile, sempre pronta a chiariti le vicende e a darti una mano. Nella prima mattinata ho svolto dei compiti abbastanza semplici ma anche lunghi al computer. Dopo pranzo ho parlato un po’ con V., uno degli ospiti della casa, che mi ha raccontato la sua storia. Mi ha toccato molto tutto ciò che ha vissuto e che ha dovuto affrontare. Mi disse: “Ogni giorno ringrazio Dio per dove sono adesso!”. Questa parte della sua esistenza mi ha mostrato quanto, avvolte, la vita possa essere ingiusta, e che non bisogna mollare ma combattere e andare avanti. Dopo la pausa a pranzo Miriam si è incontrata con la mamma di una ragazza, che veniva ad ascoltare la sua esperienza in India, per la tesina di terza media della figlia. Miriam è stata in India due anni, anni passati in un ambiente, in una cultura, in una lingua e in un Paese totalmente diverso dal suo. Un’ esperienza, che da come l’ha raccontata, l’ha sorprendeva giorno per giorno, che le ha aperto gli occhi e le ha fatto toccare concretamente quello che solitamente si studia sui libri ma che non si può mai capire veramente finché non la si vive. Mentre raccontava, associavo alcune delle abitudini di quella gente povera e umile, a ciò che, da piccola, durante le vacanze in Albania, facevo da mia nonna. Il farsi la doccia scaldando l’acqua e poi mischiandola a quella fredda, l’andare al bagno fuori casa, il bestiame, il pozzo d’acqua “potabile” da cui andare a prenderla, le varie coltivazioni. Certe cose mi riportavano proprio al passato. E mentre Miriam raccontava di come si fosse stupita davanti a queste consuetudini, io le vedevo semplicemente per ciò che erano. Farò certamente tesoro delle parole di Miriam, un esperienza simile mi ha sempre interessato. All’inizio sarà stata dura per lei: tutto nuovo, tutto così diverso dalla sua realtà quotidiana, ma è sicuramente tornata con molto di più rispetto a quando se n’era andata. Avventure come queste nella vita non fanno altro che arricchirti e farti crescere come essere umano. Sono tesori senza prezzo che ti porti sempre dietro nel corpo e nell’animo. Sono queste che danno valore alla vita e che ce la fanno assaporare, nei suoi colori, nei suoi profumi e nelle sue emozioni.

Mercoledì 14

Sta mattina prima di arrivare in ufficio ho incontrato N., un’altra ospite della casa. E mi sono fermata a chiederle come stava e cosa ci facesse già in piedi a quell’ora. Le ho chiesto se ha un lavoro, ma mi ha risposto che purtroppo a causa delle sue condizioni fisiche non poteva, e che per lei è un peccato, perché è così abituata a stare in movimento che le giornate ora passano molto più lentamente. Mi ha raccontato un po’ della sua vita prima di venire qui e mi ha detto che ora non le rimane altro che cercare di sopravvivere nel miglior modo possibile. Ho notato che molti degli ospiti della Casa usano questa parola di grande peso e significato: sopravvivere. Per me tra il vivere e il sopravvivere ci sono differenze sostanziali. Ogni individuo ha ricevuto in dono la sua vita, allora tanto vale viverla invece di sprecarla e di attraversarla passivamente, sopravvivendo. Oggi io e Miriam eravamo da sole e nel pomeriggio abbiamo parlato un po’ del futuro, di scelte e di passi importanti che si fanno nella vita e infine abbiamo concluso allegramente e scherzosamente raccontandoci cosa ci piace fare e mangiare. Miriam è davvero una brava ragazza e molto intelligente, doti che ormai sono rare da trovare nelle persone.

Giovedì 15

Tatiana mi ha spiegato come funziona il suo lavoro, che tra l’ altro non è retribuito. Le signore in cerca di lavoro si presentano all’ufficio per un colloquio con lei e Max, che raccolgono dati, informazioni e valutano il loro stato. Oltre a parlare con le signore in cerca di lavoro come badanti, parlano anche con le famiglie in cerca di qualcuno che possa assistere i loro membri più anziani. Le tempistiche di attesa per chi cerca lavoro sono abbastanza lunghe anche perché la quantità di richieste aumenta o diminuisce in base al periodo dell’anno, e a causa del elevata richiesta di lavoro come badante è difficile essere assunti. Quando poi si trova lavoro bisogna vedere come vanno i rapporti con la persona da assistere, ed è difficile avere qualcosa di sicuro e durativo come posto, per via della vita breve di un anziano. È un mestiere che credo non vorrei mai fare, un lavoro ha sempre la sua dignità e non va sminuito ma credo sia uno dei più pesanti. Sopportare una persona perché “si deve” e fare le pulizie, per quasi tutto il giorno, ogni giorno, mi stresserebbe troppo.

Dopo pranzo abbiamo avuto un colloquio con un ospite della casa, che nell’ultimo periodo non era molto attivo nella Casa. Ci sono stati punti di vista differenti e delle piccole incomprensioni, ma alla fine si è arrivati a una soluzione, che verrà comunque tenuta in considerazione come una seconda chance e una prova per l’ospite. Durante il dibattito l’ospite cambiava spesso argomento, e non capisco se ciò fosse dovuto da mancate competenze linguistiche o dal tentativo di cercare scuse per giustificarsi (inutilmente) e non essere più rimproverato. Mi ha fatto piacere aver partecipato al colloquio e aver visto un po’ come entrambe le parti abbiano reagito e dibattuto. Anche se devo dire che mi chiedevo se agli ospiti potesse dar fastidio la mia presenza in questi momenti abbastanza personali.

Venerdì 16

Appena arrivata la mattina Alex mi ha avvisata di un immediato colloquio con due donne in cerca di un posto dove stare. Si vedeva che entrambe erano molto emozionate e un po’ a disagio in quanto di fronte a persone “nuove”, infatti dopo la prima domanda posta da Alex una delle due donne iniziando a rispondere si è emozionata e non era molto in grado di rispondere chiaramente alle domande. Mi è dispiaciuto vedere quella scena, ma d’altronde dopo aver passato esperienze sofferenti, quando le si rivivono attraverso il ricordo e il racconto, non possono far altro che farti star male. Anche se in questi casi bisognerebbe concentrarsi sul problema, cercare di essere chiari e spiegarlo bene agli altri in modo che ti possano venire incontro nel miglior modo possibile, e non piangere cercando di commuovere l’altro e in un certo senso “ricattarlo con questo”.

In seguito al colloquio ho allestito insieme all’aiuto di due ospiti della Casa la sala per la cena interculturale di oggi. La cena si basa sulla tipica gastronomia curda. È stato un peccato non poterci essere, ma spero e mi auguro che gli altri si divertano e passino una bella serata. Dopo pranzo ho partecipato alla riunione del direttivo, e devo dire che a una riunione così particolare e interessante non avevo ancora partecipato. Inizialmente abbiamo commentato un po’ l’andamento della settimana e fissato eventi nei seguenti mesi. Poi sono arrivati altri membri e un ragazzo ci ha esposto ciò che aveva studiato, parlandoci dei confini tra le culture, dell’immedesimarsi in una persona con diversa mentalità,, dovuta al diverso Paese di provenienza, alla diversa cultura e religione, e cercare di capire il perché di una sua determinata azione e non di giudicare sempre. Ognuno ha un punto di vista differente e vede le cose da varie angolazioni.

In conclusione è stata una bella esperienza. Mi è piaciuto stare molto lì e in una bella atmosfera come quella. Sono contenta di aver fatto questo stage, mi ha sicuramente arricchita molto e mi ha dato degli stimoli importanti per una scelta prossima che dovrò fare dalla quale poi dipenderà il mio futuro. Ringrazio tutti per questi giorni passati insieme.

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